L’utilizzo di droni iraniani nella guerra russo-ucraina

Lo scorso 18 ottobre, il Presidente Ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato come la sistematica campagna missilistica russa diretta alle infrastrutture strategiche civili del Paese abbia messo fuori uso il 30% delle centrali elettriche, creando massicce interruzioni di corrente a ridosso dell’inverno.

Accanto ai missili cruise della famiglia Kalibr, ai vettori aviolanciati Kh-101 e Kh-55, ai missili balistici a corto raggio Iskander e Tochka, è stata impiegata anche una ingente quota di loitering munitions (o munizioni circuitanti) Shahed-136 iraniani. L’utilizzo di quest’ultimi  ha messo in luce diversi fattori, in primis la crescente dipendenza estera russa in materia di droni.

Per far fronte all’incapacità della propria aviazione di ottenere la superiorità aerea, dovuta principalmente a carenze addestrative, dottrinali e mancanza di munizioni guidate, la Russia ha dovuto ricorrere ad un ampio utilizzo di armi stand-off per poter colpire obiettivi sensibili nel profondo del territorio ucraino.

 

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Pagina creata il 07/11/2022
Ultimo aggiornamento 11/07/2022


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